Quando il mal di schiena e il mal di testa partono dai denti
Siamo abituati a pensare alla bocca come a una parte isolata del nostro corpo ma in realtà la posizione della mandibola, il modo in cui i denti si chiudono tra loro e persino il tono dei muscoli masticatori, influiscono direttamente sulla postura, sulla respirazione e in alcuni casi, anche sulla qualità del sonno.
L’occlusione dentale, infatti, non riguarda solo la masticazione o l’estetica del sorriso. È una componente biomeccanica complessa, che dialoga costantemente con la muscolatura del viso, del collo e della schiena. Quando questa relazione perde armonia, anche la postura può risentirne.
Dalla bocca alla schiena: il filo invisibile che unisce tutto il corpo
Ogni volta che serriamo i denti, muoviamo la mandibola o deglutiamo, si attiva una catena di muscoli che coinvolge la testa, il collo, le spalle, il torace e persino il bacino. Questa connessione è così stretta che una piccola alterazione dell’occlusione dentale può ripercuotersi su tutta la postura, provocando tensioni, asimmetrie e squilibri che il corpo tenta di compensare.
Se l’occlusione non è corretta, il corpo cerca di compensare per mantenere l’equilibrio. Questo però può generare una catena di tensioni muscolari che dal viso si estende toccando le spalle e la schiena, generando dolori cronici e persistenti.
Ben il 70% dei pazienti con malocclusione dentale presenta anche sintomi posturali come dolori cervicali, lombari o cefalee ricorrenti.
Nel nostro Studio Dentistico Marta Piragine attraverso una valutazione personalizzata, possiamo individuare se un dolore cervicale, dorsale o lombare abbia origine da uno squilibrio occlusale.
Il primo passo è comprendere come il paziente deglutisce, mastica e serra i denti. In molti casi, anche una leggera discrepanza nella chiusura mandibolare può spiegare mal di testa ricorrenti, dolori al collo o sensazioni di vertigine.
La terapia con attivatore funzionale: rieducare il corpo all’equilibrio
Tra le soluzioni più efficaci per ristabilire l’armonia tra occlusione e postura, c’è la terapia con attivatore funzionale.
Si tratta di un dispositivo ortodontico e neuromuscolare che lavora sulla funzione e non solo sulla posizione dei denti. L’attivatore aiuta a ritrovare il corretto posizionamento mandibolare, migliora la respirazione e riequilibra le tensioni delle catene muscolari.
Il suo obiettivo non è “spostare” i denti ma armonizzare il movimento del sistema bocca-corpo.
Sebbene sia nato per accompagnare la crescita dei bambini e degli adolescenti, oggi l’attivatore viene utilizzato con successo anche negli adulti.
Questo perché, anche in un sistema osseo ormai stabilizzato, è possibile agire sulla funzione muscolare e sull’educazione neuromotoria, migliorando in modo significativo la postura e la qualità della vita.
I benefici dell’attivatore funzionale negli adulti
In pazienti che soffrono di dolori cronici o disturbi dell’ATM, la terapia con attivatore può:
ridurre la contrazione involontaria dei muscoli masticatori;
favorire un miglior allineamento cranio-cervicale;
alleviare dolori cervicali e lombari;
migliorare la respirazione e la qualità del sonno.
La durata del trattamento varia in base alla complessità del caso: può andare da pochi mesi fino a oltre un anno, con controlli periodici e un monitoraggio personalizzato.
Spesso, l’approccio viene integrato con esercizi di fisioterapia, tecniche di rilassamento mandibolare e rieducazione posturale globale (RPG), per ottenere risultati stabili e duraturi.
Bite e attivatore funzionale: qual è la differenza?
Quando si parla di equilibrio mandibolare, spesso si sente nominare anche il bite, un dispositivo molto utilizzato nei casi di bruxismo o serramento dei denti.
Il bite ha una funzione principalmente protettiva e meccanica: crea una barriera tra le arcate dentarie per evitare lo sfregamento notturno e ridurre il sovraccarico sull’articolazione temporo-mandibolare.
In questo modo, allevia la pressione sui muscoli e previene l’usura dello smalto, spesso compromesso nei soggetti che digrignano i denti durante il sonno.
L’attivatore funzionale, invece, non agisce come una semplice protezione ma come un vero strumento di rieducazione neuromuscolare.
Mentre il bite “interrompe” il contatto tra i denti per favorire il rilassamento, l’attivatore lavora per modificare e riequilibrare la funzione: aiuta la mandibola a ritrovare la sua posizione fisiologica, migliora la respirazione e favorisce un lavoro coordinato dei muscoli coinvolti nella masticazione e nella postura.
Ascoltare i segnali del corpo è il primo passo verso il benessere
Se soffri di mal di testa ricorrenti, dolori cervicali o lombari, tensioni mandibolari o fastidi durante la masticazione, potresti avere uno squilibrio dell’occlusione dentale o un disturbo dell’articolazione temporo-mandibolare.
Allo stesso modo, se ti capita di serrare i denti durante la notte, di avvertire rumori o scatti alla mandibola o di sentire rigidità al risveglio, il tuo corpo potrebbe star comunicando un disagio che parte proprio dalla bocca.
Una valutazione approfondita permette di individuare la causa del problema e di impostare un percorso personalizzato per te per ritrovare equilibrio, funzionalità e benessere.